1912

Il Congresso del Partito Socialista Italiano, del 1912, a Reggio Emilia, fu il congresso dell’affermazione di Benito Mussolini  come politico di livello nazionale. Con esso,  la parte massi- malista del partito prese il sopravvento sulla componente riformista, che aveva diretto il partito dal 1892, per vent’anni.

Mussolini propose ed ottenne di espellere l’ala riformista “di destra”, di Bissolati, Bonomi, Cabrini; e con ciò, di mettere all’angolo anche  l’ala riformista “di sinistra”, di Turati, Prampolini, Treves.

Mussolini divenne Direttore dell’Avanti! e quindi automatica- mente il “portavoce” del partito e il suo uomo più popolare se non il più autorevole.

Dopo di allora, la parte riformista non si risollevò più e fu poi sepolta, prima dalla guerra, poi dalla scissione comunista, infine dal fascismo, fondato dal Mussolini rivoluzionario del Congresso del 1912.

La rivoluzione Mussolini l’aveva fatta, ma per conto suo.

Nemmeno dopo la seconda guerra mondiale, il socialismo riuscì a riscattarsi dal massimalismo e dal comunismo. 

E questa è la ragione per cui l’Italia non ha più saputo esprimere una grande socialdemocrazia, come l’ebbero gli altri grandi paesi europei.

Il tempo ha dato ragione ai “socialisti riformisti”, ma  troppo tardi.

Tutto ciò che qui è riportato, dei discorsi e dei dialoghi, di Mussolini e degli altri capi socialisti del 1912, è veritiero. 

Tutti gli apprezzamenti di Mussolini  su Angelica Balabanof come su altri esponenti socialisti dell’epoca, sono tratti dalle interviste concesse da Benito a Yvon De Begnac, raccolte nei noti “Taccuini. “Gli atti e i discorsi del Congresso, o sono tratti da libri e verbali, o furono riferiti all’Autore da  testimoni  autorevoli, compagni di partito o amici di famiglia  presenti al Congresso del 1912 e ancora viventi nella sua giovinezza.

A sentirla raccontare nel 1945 sembrava storia di un secolo prima, ma erano trascorsi solo trent’anni.